Lecce: la Firenze del Sud
Quanti di voi avranno sicuramente viaggiato per il mondo alla ricerca di paradisi esotici o metropoli superaffollate?
In questo articolo parleremo di un’esperienza davvero unica nella “Firenze del Sud”: un itinerario alla
scoperta di Lecce e del suo Barocco.
Partiamo con un itinerario short che passa in rassegna i principali monumenti da visitare in un weekend o in un giorno.
Da non perdere:
- Piazza S. Oronzo
- Duomo di Lecce
- Basilica di Santa Croce
Inseriamo nell'itinerario anche la incantevole chiesa di Santa Chiara, che, a nostro parere, è una vera chicca. Sicuramente passeggiando per le strade del centro storico leccese incontrerete numerose chiese meno conosciute, ma altrettanto splendide.
Partiamo con un itinerario short che passa in rassegna i principali monumenti da visitare in un weekend o in un giorno.
Da non perdere:
- Piazza S. Oronzo
- Duomo di Lecce
- Basilica di Santa Croce
Inseriamo nell'itinerario anche la incantevole chiesa di Santa Chiara, che, a nostro parere, è una vera chicca. Sicuramente passeggiando per le strade del centro storico leccese incontrerete numerose chiese meno conosciute, ma altrettanto splendide.
Cosa vuol dire barocco? Vi siete chiesti dove nasce il Barocco? E chi l'ha inventato?
L’origine della denominazione di questa corrente artistica è
oggetto di discussione, ma si ritiene che principalmente il termine Barocco
derivi dal francese baroque con il
significato di "stravagante, bizzarro".
Un'altra interpretazione vede l’origine del termine dal
portoghese o dallo spagnolo barroco, che significa perla irregolare con un’accezione vagamente
derisoria.
Il Barocco occupa un intervallo temporale che va dalla fine del
Rinascimento fino al 1700.
Il termine Barocco venne utilizzato dai critici e storici
dell'arte a partire dalla seconda metà del Settecento.
Inizialmente il termine aveva un connotato negativo e riduttivo
nei confronti di questa espressione dell’arte, successivamente verso fine Ottocento
tale corrente artistica è stata fortemente rivalutata fino ad assurgere la
rilevanza che i critici dell’epoca gli avevano negato.
Il Barocco è stato lo stile adottato sia dalla Chiesa cattolica
di Roma che dalle monarchie assolutistiche europee, prima fra tutte la Francia
sotto la guida del Re Sole Luigi XIV. Perché?
Quasi certamente grazie alla sua esuberanza e teatralità, ai
grandiosi effetti e alla magnificenza che promana da ogni dettaglio artistico.
La scelta è dettata dalla volontà di manifestare il potere in
tutta la sua grandezza e onnipotenza.
Tra i principali architetti di questo periodo in Italia si
ricordano Lorenzo Bernini, attivo a Roma, e Francesco Borromini che opera nel
capoluogo lombardo.
Numerosi sono gli esponenti di questo movimento in tutta
Italia.
In questo articolo vogliamo soffermarci su una corrente che ha
avuto uno sviluppo peculiare e davvero singolare, rendendo protagonista una
città del Sud Italia, Lecce.
Barocco leccese
Il barocco leccese si sviluppa tra la fine del XVI secolo e la
prima metà del XVIII secolo a Lecce e nel resto del Salento.
Il suo stile è unico e riconoscibile per le sue minuziose
decorazioni che caratterizzano le facciate ma anche gli interni di chiese e
palazzi. Notevole è il talento degli architetti locali come Giuseppe Zimbalo
(1617-1710) e Giuseppe Cino (1644-1722).
La creatività e la fervida immaginazione di artisti, scultori e
artigiani hanno dato vita a capolavori magnifici grazie all’impiego della
pietra leccese.
Questa è di tipo tufaceo e, come tale, facile da lavorare e
intagliare con un coltello. In Salento, infatti, le opere barocche sono dette in dialetto locale “opere
de curtieddu”, che significa letteralmente opere di coltello.
La pietra leccese, tenera e friabile, viene resa più resistente
mediante un processo che consiste nel bagnare la pietra con il latte intero.
L’acido lattico crea uno strato impermeabile che garantisce la durevolezza
della pietra nel tempo, conferendo nel contempo quel caratteristico colore
ambrato che riverbera ai raggi di sole.
Probabilmente il barocco leccese deriva dal plateresco spagnolo o ne ha subito
inevitabilmente l’influenza, in virtù della dominazione spagnola che nel
Seicento si sostituisce a quella angioina. Così da roccaforte francese, con il suo castello fortificato
(Castello Carlo V), Lecce vive un’epoca di rinascita e splendore, paragonabile
al Rinascimento fiorentino.
Sorgono così i bellissimi edifici che impreziosiscono la città,
realizzati in uno stile autentico nel suo genere. Indubbiamente sono presenti
influssi greci, bizantini, normanni, arabi e spagnoli.
Le esuberanti e particolari decorazioni creano una invidiabile scenografia di angeli, santi, puttini e maschere, frutti di pietra, trofei di fiori e foglie che sembrano agitate da folate di vento. La grandiosità e lo sfarzo barocco si respirano in ogni angolo di Lecce. Nelle dimore storiche, sulle cornici delle finestre e sugli stemmi delle casate più importanti del Salento.
Il centro storico di Lecce è un museo a cielo aperto, che vanta un patrimonio
artistico ed architettonico invidiabile.
Itinerario nel centro
storico
Piazza S. Oronzo
Iniziamo il nostro itinerario dal cuore della città: Piazza S. Oronzo, dove
si erge la colonna di S. Oronzo.
La colonna fu realizzata da Giuseppe Zimbalo, la costruzione
iniziò nel 1681 e terminò nel 1686. Alta circa 29 metri, sulla sommità si erge la statua del Santo
patrono nell’atto di benedire la città, realizzata a Venezia nel 1739.
La statua fu donata dalla città di Brindisi ai leccesi, in
onore di Sant'Oronzo.
Sant'Oronzo - statua bronzea |
La colonna è costituita da sei rocchi di marmo cipollino
africano, il fusto e il capitello appartenevano ad una delle due colonne poste
al termine della Via Appia.
La statua originaria era in legno, venne fortemente danneggiata
nel 1737 a causa di un incendio, rifatta in bronzo e riposta sulla colonna nel
1739.
Ma se ci guardiamo intorno la piazza offre molto di più…
Si può ammirare l’anfiteatro
romano, arrivato fino ai nostri giorni in ottime condizioni. È spesso
location per spettacoli ed eventi: a dicembre, in particolare, si può ammirare
un suggestivo presepe vivente.
Anfiteatro romano |
La scoperta dell’anfiteatro risale ai primi del Novecento
casualmente durante i lavori di restauro della Piazza. Gli scavi, terminati nel 1938, hanno portato alla luce buona
parte della struttura originaria, così come appare oggi.
Le fonti storiografiche disponibili (scritti latini dello storiografo romano
Pausania) attestano che l’Anfiteatro venne costruito agli inizi del II secolo
d.C. per volere dell'imperatore Adriano.
Lo schema architettonico è simile a quello dei principali anfiteatri, come quelli di Roma, Pompei e Siracusa. I materiali utilizzati sono la pietra leccese e il marmo bianco e colorato per i rivestimenti. L’edificio è cinto da un magnifico portico.
La cavea misura 102 x 83,40 metri e l’arena, perfettamente
ovale, misura 53,40 x 34,60 metri. L’anfiteatro poteva ospitare dai 10.000 ai
15.000 spettatori.
Sembra che la struttura fosse in particolare adibita alle “venationes”, come
dimostrano i numerosi rilievi che decoravano il podium e rappresentavano scene
di caccia e combattimenti tra cacciatori e animali.
Teatro Romano
Per rimanere in epoca romana visitiamo il Teatro
Romano, scoperto anch’esso casualmente nel 1929, che si trova in Via Arte
della Cartapesta.
Gli scavi furono condotti tra il 1937 e il 1938, facendo
emergere l'orchestra, la “scaena” e buona parte della cavea. Non è ancora certa la data di costruzione, ma si presume che il
teatro sia di epoca augustea (I secolo d.C.).
L'orchestra, a forma di semicerchio, ha un diametro di 13 m, la
cavea ha un diametro di 19 metri ed è costituita da dodici file di gradini,
divise in sei sezioni.
Insieme all’ Anfiteatro di Piazza Sant’Oronzo, il teatro è una
delle più importanti testimonianze dell’epoca romana. Si ritiene che questo
fosse riservato ai lupiensi (cioè
ai cittadini di Lupiae, Lecce in latino), mentre i provinciali avevano
l’accesso all’Anfiteatro.
Duomo di Lecce
Dedicato a Maria SS. Assunta, il Duomo di Lecce sorge sulla piazza omonima.
L’attuale duomo venne costruito fra il 1659 e il 1670
dall’architetto e scultore leccese Giuseppe Zimbalo, seguendo lo stile barocco
allora in voga in tutta Italia.
Lo stesso Zimbalo progettò anche il meraviglioso campanile a cinque piani.
La facciata principale del duomo appare sobria ed elegante in
netto contrasto con facciata del fianco sinistro, minuziosamente decorata.
Quest’ultima è coronata da un arco trionfale che incornicia la statua di Sant’Oronzo, tra le statue di San
Giusto e San Fortunato.
L’interno è a croce latina a tre navate, divise da pilastri e da semicolonne:
spiccano i dodici altari in pietra leccese, inquadrati da colonne tortili, spesso
dorate.
Maestoso l’altare maggiore in marmo e bronzo, dedicato a Maria Assunta, con il
grande quadro
centrale che fu commissionato dal vescovo Sersale ai marmorari napoletani.
Nel transetto vi sono gli altari del Crocefisso e del
Sacramento. Numerose le opere d’arte
conservate nel Duomo, tra cui uno stupendo Sant'Oronzo di G. A. Coppola di
Gallipoli, una Pietà di Pietro Gagliardi di Roma, un paliotto d'argento
cesellato nell'altare di Sant'Oronzo, donato da Ferdinando di Borbone.
Basilica
di Santa Croce
La Basilica di Santa Croce è ritenuta a giusta ragione il simbolo del “barocco leccese”.
La costruzione iniziò nel 1549 su progetto di Gabriele Riccardi, i lavori durarono quasi 150 anni. Probabilmente il primo livello di concluso da Riccardi, i portali e il resto del prospetto sono opera di F.A. Zambalo, G. Zambalo e C. Penna.
Facciata Basilica di Santa Croce |
La basilica è davvero uno spettacolo: che si ammiri l’interno o
la facciata, avrete sempre la sensazione di scoprire un nuovo dettaglio
sfuggito all’iniziale visione d’insieme.
La facciata di Santa Croce non finirà mai di stupirvi, intenti nella ricerca di
ogni particolare:le aquile, i draghi, le scimmie, i santi, i turchi, le colonne
tortili, le balaustre a trafori, i riccioli, i fiori, le frutta, i nastri
svolazzanti.
Sui due portali laterali si osservano gli stemmi di Filippo
III, di Gualtiero VI di Brienne e di Maria d'Enghien.
Il primo ordine risulta piuttosto sobrio; il secondo ordine è
diviso da una lunga balaustra sorretta da figure zoomorfe e antropomorfe, tra cui
i turchi, costretti a rimanere piegati, schiacciati dal peso della cristianità.
Figure zoomorfe e i turchi |
Il grande rosone centrale è costituito da una serie di quattro
cornici concentriche decorate con testine di angeli alati, di fiori di loto, di
frutta.
Rosone |
L’interno della basilica è a croce latina a tre navate divise da alte colonne
con capitelli figurati.
Le quattro colonne binate reggono gli archi della cupola.
Le navate laterali ospitano sette cappelle per lato di epoche
diverse.
L'altare più interessante è quello di San Francesco di Paola,
nel transetto di sinistra, ove F.A. Zimbalo, autore dell'opera, narra,
attraverso una serie di pannelli, la vita del santo. Nel transetto di destra vi
è l'altare del Crocifisso di Cesare Penna.
Chiesa Santa Chiara
La costruzione della chiesa risale al 1429, poi venne
completamente ristrutturata tra il 1687 e il 1691. La facciata presenta un andamento convesso scandito in due
ordini da una cornice marcapiano caratterizzata da un motivo a dentelli.
Il portale è decorato con motivi vegetali ed è sormontato da un timpano con al
centro una nicchia ovale e lo stemma dell'ordine delle clarisse.
L'ordine superiore ripropone la disposizione delle nicchie affiancate a paraste
scanalate doppie ai lati di un ampio finestrone centrale con timpano risolto in
due volute laterali. Al centro del timpano un puttino alato rivela l'anno di
completamento della costruzione (1691), scolpito sul nastro che ha tra le mani.
L'edificio è a pianta ottagonale allungata, il presbiterio
presenta una volta a stella. Le pareti sono divise in due ordini da una cornice
continua dentellata.
Gli altari sono ornati con colonne tortili animate da angeli,
volatili, ghirlande e sculture e ospitano le statue lignee della fine del XVII
secolo raffiguranti S. Francesco Saverio, San Francesco d'Assisi, san Pietro
d'Alcantara, san Gaetano di Thiene, sant'Antonio da Padova e l'Immacolata.
Nel presbiterio domina un imponente altare maggiore, ricco di elementi
architettonici e ornato da due colonne tortili, che accoglie nella nicchia centrale
la statua di santa Chiara d'Assisi, da cui la chiesa ha preso il nome.
Conclusioni
Sicuramente se avrete a disposizione più giorni potrete perdervi tra le strade
del centro storico di Lecce, perché ad ogni angolo sarete accolti dalla
bellezza di ogni particolare.
Una città che splende nel Sud con il suo fascino barocco.
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